Viterbo ha il centro storico medievale più grande d’Europa: chiese, chiostri, torri, case in pietra, fontane e meravigliosi quartieri medievali sono custoditi all’interno delle massicce mura e torri che un tempo proteggevano la città. Fondata dagli Etruschi, Viterbo era una città ricca e potente. Tra il 1200 e il 1300 divenne la sede preferita di molti papi che scelsero Viterbo per sfuggire alle rivolte romane e ai rischi legati alla vita in una città come Roma. È possibile ripercorrere le tappe della lunga storia della città nel Museo del Colle del Duomo e nel Museo Civico.
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1. Palazzo dei Papi a Viterbo
Del periodo d’oro in cui Viterbo era la “Città dei Papi” rimangono due splendidi edifici: il Palazzo dei Papi e la Cattedrale di San Lorenzo. Quando Roma diventava troppo pericolosa, i Papi preferivano fuggire nella vicina Viterbo. Il Palazzo dei Papi fu costruito tra il 1255 e il 1266 proprio per ospitare i papi romani che trasformarono Viterbo in una “Piccola Roma”. In realtà, si tratta dell’ampliamento del vicino Palazzo della Curia vescovile. A destra della scalinata di questo edificio si trova la loggia, con i suoi 7 archi divisi da colonne e con un pozzo al centro che alimenta una fontana. Questa loggia è chiamata anche “delle benedizioni” perché i papi si affacciavano da qui per benedire il popolo. Le scale conducono a una grande sala per le udienze, nota come Sala del Conclave. Questo luogo è interessante perché storicamente la parola “conclave” è nata qui. In queste sale, infatti, tra il 1268 e il 1271 si tennero le udienze per eleggere il nuovo Papa. Esasperati dal fatto che i cardinali non prendevano una decisione, i viterbesi li misero sotto chiave (Cum Clave in latino), rimossero il tetto della sala e li nutrirono solo con pane e acqua. Non servì, perché ci vollero comunque 3 anni per eleggere il Papa, ma di quel periodo rimane la parola “Conclave” che si usa ancora oggi.
2. Cattedrale di Viterbo
Il Duomo di Viterbo si trova accanto al Palazzo dei Papi. Qui sono stati incoronati gli 8 papi eletti a Viterbo. La cattedrale sorge nel luogo in cui già nel VII secolo si trovava una chiesa dedicata a San Lorenzo, a sua volta costruita su un tempio pagano dedicato a Ercole. Nel 1200 fu costruita l’attuale chiesa che ha una struttura romanica, ma con una facciata rinascimentale del 1570. Il campanile in stile gotico svetta sulla piazza con la sua possente mole. L’interno è diviso in tre navate con il fonte battesimale del XV secolo sulla destra, le cappelle di Santa Caterina e dei Santi Valentino e Ilario. Bellissimi il pavimento e il monumento a Giovanni XXI, l’unico papa portoghese morto nel vicino Palazzo dopo il crollo di una parte del soffitto. La cattedrale di Viterbo ha una particolarità: dietro l’abside centrale si trova ancora l’abside barocca con la volta affrescata e il meraviglioso coro barocco. Queste due aree sono state separate dopo i danni della Seconda Guerra Mondiale ma possono essere visitate con un biglietto a pagamento.
3. Polo Monumentale Colle Del Duomo
Il Polo Monumentale Colle Del Duomo è il terzo elemento del polo che unisce il Palazzo dei Papi e la Cattedrale di San Lorenzo. Raccoglie le opere archeologiche, storico-artistiche e il tesoro dei Papi. La sezione archeologica contiene alcuni importanti reperti provenienti da Viterbo e dalla Tuscia di epoca etrusca, romana e medievale. Da non perdere il sarcofago etrusco in terracotta e la Dea dell’abbondanza di origine romana. Nella pinacoteca sono presenti poche ma meravigliose opere di arte locale e laziale: innanzitutto la Madonna della Carbonara, icona dipinta a Roma ma di scuola bizantina; la Madonna con Bambino di Benvenuto di Giovanni; la Madonna con bambino di Bartolomeo Cavarozzi e la Crocifissione di Viterbo attribuita a Michelangelo. Nella sezione di Arte Sacra, invece, sono raccolti i tesori che testimoniano l’importanza di Viterbo come sede della cristianità: si possono ammirare oggetti sacri appartenuti a Papa Giovanni XXI e Pio IX, oltre a quelli utilizzati da cardinali e vescovi, tra cui gli antichi paramenti di San Bonifacio del XII secolo.
4. Museo Civico di Viterbo
Il Museo Civico merita una visita soprattutto per la sua pinacoteca, con due opere di Sebastiano dal Piombo, tra cui la magnifica Pietà e la Flagellazione. Sono presenti anche opere di Salvator Rosa e Pietro da Cortona, oltre a ceramiche della bottega dei Della Robbia. Da non perdere il grandioso Presepe, una pala d’altare realizzata nel 1488 dal pittore viterbese Antonio del Massaro, allievo di Pinturicchio e Perugino.
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5. Quartieri medievali di San Pellegrino e Pianoscarano
Visitando la città si ha l’impressione di fare un viaggio nel tempo: i quartieri medievali di San Pellegrino e Pianoscarano sono rimasti praticamente intatti. Il quartiere di San Pellegrino è il più famoso di Viterbo e Via San Pellegrino è la via principale del quartiere: la strada è infatti un susseguirsi di edifici medievali. Non mancano le Case Torri, presenti in molte città italiane, dimore dei ricchi aristocratici. Qui si trova anche l’omonima piazza con la chiesa, ampiamente rimaneggiata, e il Palazzo Alessandri. Il quartiere raggiunge il suo massimo splendore nei giorni a cavallo del 1° maggio con la manifestazione San Pellegrino in fiore. Anche il vicino quartiere di Pianoscarano merita una visita. Il centro del quartiere è la piazza con la fontana del “Piano”, famosa perché fu la causa della rivolta dei viterbesi contro Papa Urbano V: un suo servitore lavò un cane nella fontana che gli abitanti erano soliti bere e, di fronte alla rivolta popolare, il Papa fece distruggere la fontana originale e molte case.
6. Palazzo dei Priori
Un altro importante monumento della città è il Palazzo dei Priori: questo palazzo ha un portico d’ingresso che conduce a un ampio cortile con una fontana del 1600. Dopo lo scalone, al piano nobile, si trova la cappella privata del palazzo, con grandi affreschi dedicati alla Vergine e un altare con al centro una splendida Visitazione di Bartolomeo Cavarozzi. Sul lato sinistro del piano si trovano 4 sale di rappresentanza: la sala della Madonna, la sala della Regia, la sala del Consiglio e la sala dei Paesaggi. La Sala Regia è la più importante e sontuosa: decorata alla fine del 1500, illustra negli affreschi la mitica fondazione di Viterbo e le glorie della città. Nel soffitto a cassettoni, 16 pannelli raccontano i 36 castelli un tempo sotto il dominio di Viterbo.
7. Chiesa del Monastero di Santa Rosa
La chiesa e il monastero di Santa Rosa testimoniano quanto questa santa sia amata a Viterbo e provincia. La chiesa, ricostruita nel 1850, ospita il corpo della santa (che è patrona della città) dal 1258. La grande devozione dei fedeli per questa santa si esprime ogni 3 settembre con la “Macchina di Santa Rosa”, una processione protetta dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Nella processione, un baldacchino alto 30 metri, con in cima la statua di Santa Rosa, viene portato a mano per Viterbo da un centinaio di uomini chiamati “portatori” di Santa Rosa. Meritano una visita anche la piccola chiesa di San Silvestro, costruita prima dell’XI secolo, e la bella chiesa di Santa Maria Nuova, al confine con il quartiere medievale di San Pellegrino. Molto probabilmente in origine era un tempio dedicato a Giove, come testimonia la testa del dio sulla facciata. Nell’angolo sinistro si trova il pulpito esagonale dal quale San Tommaso d’Aquino predicò nel 1266. L’interno è a tre navate, ricco di opere d’arte tra cui un trittico con Cristo benedicente venerato da secoli dai viterbesi. Da non perdere anche la visita al chiostro.
8. Fontane di Viterbo
La fontana più antica di Viterbo è la Fontana Grande, che si trova a pochi passi da Porta Romana. Da vedere anche la Fontana di San Tommaso in Piazza della Morte e quella che si trova nel cortile di Palazzo dei Priori, mentre una delle più grandi della città è la Fontana di Piazza della Rocca.
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9. Viterbo Metropolitana
Inoltre, sotto la città di Viterbo, esiste una rete di cunicoli che dal centro storico arrivano oltre le mura medievali. Risalenti all’epoca degli Etruschi, tuttavia, è durante il periodo medievale che questi luoghi assunsero la forma attuale: rialzati, allargati e allungati, i cunicoli sotterranei divennero un vero e proprio labirinto fatto di passaggi segreti che servivano a collegare le strutture strategiche di Viterbo. Per ora, l’unico tratto accessibile delle gallerie sotterranee si snoda per un centinaio di metri su due livelli sotto Piazza della Morte. Il percorso è completamente scavato nel tufo, una roccia vulcanica che caratterizza l’attuale paesaggio della zona.
10. Villa Lante
A soli 5 km dal centro di Viterbo si può visitare Villa Lante, una delle ville più belle del mondo. Giardini, giochi d’acqua, fontane, cascate, statue, scale, casini di caccia con affreschi, il tutto in un contesto straordinariamente armonioso. La costruzione iniziò nel 1511 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara che affidò l’incarico a Jacopo Barozzi, detto il “Vignola”. Le costruzioni più importanti della villa sono due edifici gemelli, anche se costruiti con 30 anni di differenza. Il primo, il “Gambara”, porta i simboli del cardinale che volle Villa Lante, mentre il secondo, il “Montalto”, ha i simboli dell’omonimo cardinale. L’altro grande architetto della villa fu il senese Tommaso Ghinucci, architetto e ingegnere idraulico che, dopo aver terminato Villa d’Este a Tivoli, si dedicò a Villa Lante per circa 10 anni: a lui si devono i giochi d’acqua delle fontane. Il nome di Villa Lante sarà attribuito nel XVII secolo quando divenne proprietà di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere.
11. Terme di Viterbo
Viterbo è da sempre una zona ricca di acque termali libere e a pagamento. Le terme libere più famose sono quelle del Bullicame, a 2,5 km dal centro di Viterbo. Fin dal Medioevo, papi e popolani hanno sfruttato le caratteristiche curative di queste acque sulfuree. Sono costituite da due piscine gratuite. Sempre a 2,5 km si trovano le piscine Carletti, mentre in direzione Castiglione si trovano le terme del Bagnaccio con ingresso gratuito ma servizi a pagamento gestiti da un’associazione. Non mancano ovviamente i complessi termali a pagamento, i più famosi dei quali sono le Terme dei Papi, una Spa a 4 stelle con piscina, servizi e una suggestiva grotta terapeutica caldo-umida. L’altra grande struttura è quella delle Terme Salus, un centro termale a 4 stelle con piscina termale nell’area delle sorgenti del Bullicame.
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12. Cosa mangiare a Viterbo
Dopo la visita a Viterbo, non resta che assaggiare i suoi piatti tipici. La cucina di Viterbo e provincia unisce i sapori di tre regioni: oltre al Lazio, anche quelli delle vicine Toscana e Umbria. Iniziamo con i primi piatti: I “lombrichelli”, pasta fresca fatta solo con acqua e farina, con cinghiale, salsiccia o amatriciana. L’acquacotta alla Maremma indica la sua origine toscana: pane raffermo, pomodoro, patate, erbe selvatiche raccolte nei campi, era il piatto povero dei pastori della Maremma laziale e toscana. Il “Fieno Canepinese”, pasta fresca simile alle tagliatelle, condita con sugo di pollo. In autunno e durante le feste non perdete la pasta con la farina di castagne e le relative zuppe. Dai vicini laghi di Bolsena e Vico arrivano i pesci (lucci, tinche, anguille) per una zuppa eccezionale (la “Sbrescia”). Tra i secondi piatti abbondano le carni, soprattutto di lepre e cinghiale, utilizzate anche per condire i primi. Il secondo piatto più famoso è la “Pignataccia”, uno stufato cotto al forno in un tegame di terracotta con carne e interiora di manzo e maiale. Siamo vicini a Roma, quindi anche qui le interiora di animali, la trippa e i pezzi meno “nobili” trovano ampio spazio sulle tavole. Tra i dolci ricordiamo le “fregnacce”, le ciambelle all’anice, e il “Pangiallo” (impasto di frutta secca, miele e cedro candito). Tra i vini spicca l’Est Est Est di Montefiascone e altri vini DOC come l’Aleatico di Gradoli, il Colli Etruschi, il Tarquinia e il Cerveteri.