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Torri di Bologna

Bologna è la rossa, la dotta e la grassa, sì… ma anche la turrita. Rosso per i colori dei suoi edifici e dei tetti, dotta per l’Università, grassa per la sua gastronomia – dovreste già saperlo ed essere stufi di leggerlo – e …. turrita per le sue numerose torri. Sì, c’è una parola per definirlo in italiano, che ne dite? Se c’è una cosa che spicca nel centro storico di Bologna, oltre ai suoi portici – ricordiamo che è la città con il colonnato più lungo del mondo, un’altra domanda Trivia a cui potrete rispondere leggendo i nostri articoli sul capoluogo emiliano – sono le sue numerose torri medievali. Naturalmente, le due torri di Bologna, grande icona della città: la Torre degli Asinelli – la più alta – e la Garisenda – la più ripida. Ma ce ne sono altre. Vi raccontiamo tutto sulle torri di Bologna: la loro storia, alcune curiosità, la visita alle “2 torri Bologna” e dove cercare le altre. Una visita molto turrita… ma non una turra – o almeno così speriamo!

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Un po’ di storia delle Torri di Bologna

Veniamo al punto: siamo nel tardo Medioevo, XI, XII e XIII secolo. La lotta tra le due grandi potenze che si contendevano il controllo del mondo conosciuto, la Chiesa e il Sacro Romano Impero, si trasformò nella penisola italiana in una lotta tra fazioni politiche: i Guelfi, a sostegno del Papa, e i Ghibellini, a sostegno dell’Imperatore. Concentriamoci su Bologna: le famiglie nobili, sia i Guelfi che i Ghibellini, iniziarono a costruire le loro torri. Costruzioni militari che consentivano loro di difendersi e attaccare, da un lato, e di dimostrare la loro potenza alla fazione avversaria e ai loro “capi” per conquistarne il favore, dall’altro. Come sapete: più alta è la torre, più potenza… A Bologna, come nel resto d’Italia, è molto facile distinguere le torri guelfe da quelle ghibelline per la loro merlatura. Le merlature guelfe, o papali, hanno la sommità piatta, mentre quelle ghibelline, o imperiali, hanno la sommità a coda di rondine. A Bologna, città fedele al Papa, ci sono più torri guelfe che ghibelline. Tuttavia, in alcuni luoghi, come il Palazzo Re Enzo in Piazza Maggiore, all’inizio del XX secolo sono state aggiunte false merlature ghibelline per motivi puramente estetici. Dovevano avere un aspetto più medievale per il gusto dell’epoca…

Quante torri c’erano nel medioevo e quante sono rimaste?

Oltre alle costruzioni difensive/militari, c’erano le case-torri – abitate, più basse, con più finestre e pareti più sottili – e le porte-torri – torresotti in italiano – che si aprivano nelle mura. In tutto, a Bologna c’erano più di cento torri nel Medioevo- questa era la Manhattan medievale, non San Gimignano! A partire dal XIII-XIV secolo, con la fine della lotta tra Guelfi e Ghibellini, le torri di Bologna persero la loro ragion d’essere. Molte sono state abbattute o demolite, altre sono crollate di propria iniziativa, altre ancora sono state incorporate in altri edifici o sono state trasformate in prigioni, negozi, case o sono passate nelle mani della Chiesa o delle amministrazioni pubbliche. Le ultime demolizioni avvennero all’inizio del XX secolo insieme all’abbattimento delle mura medievali, che fino ad allora erano rimaste quasi intatte… maledetta modernizzazione! Oggi a Bologna rimangono ventisette di queste torri originali. Ci sono quattro dei diciotto torresotti della cinta muraria, alcune case-torri e alcune torri difensive, che riconoscerete come le più alte. Tra queste ci sono le due torri Bologna più famose: le due torri di Bologna, la Torre degli Asinelli e la Garisenda. Fino al 1919, le torri di Piazza Ravegnana erano cinque. C’erano anche le torri Artenisi, Guidozagni e Riccadonna. In quell’anno le tre furono demolite, nonostante le proteste dei cittadini. Se li avessero ascoltati, oggi a Bologna ci sarebbero cinque torri.

Le due Torri di Bologna: La Torre Garisenda e la Torre degli Asinelli

Arriviamo alla grande icona di Bologna, quelle due torri che svettano in Piazza Ravegnana, tra “compagni” sotto forma di edifici medievali e “estranei dal futuro” sotto forma di auto, moto, biciclette e turisti e studenti del XXI secolo. Quella “corta” – è alta 47 metri – è la torre Garisenda, o semplicemente torre Garisenda, costruita nel 1109 dalla famiglia Garisendi, una potente famiglia ghibellina. È nota per la sua forte pendenza, dovuta alle fondamenta e al terreno, che fece sì che venisse tagliata nel XIV secolo, per paura che crollasse. In origine era alta circa 60 metri. La torre Garisenda è citata due volte da Dante. Una volta nella Divina Commedia, più precisamente nel XXXI canto dell’Inferno, dove la paragona al gigante Anteo. Una targa sulla torre di Bologna ricorda i versi di Dante. La “magra”, invece, è la Torre degli Asinelli. È anche pendente: per la precisione, ha un’inclinazione di 1,3° rispetto al suo asse verticale, il che significa una deviazione di 2,23 metri dalla sua sommità. Evidentemente il terreno non era il migliore per le torri… Con i suoi 97,20 metri, detiene alcuni record: è la torre più alta di Bologna, la torre medievale originale più alta d’Italia e la torre pendente medievale più alta del mondo – prendetevela con la Torre di Pisa! Sicuramente, se continuiamo ad aggiungergli aggettivi, potrà contenere qualche altro record… Fu eretta per ordine imperiale dalla famiglia Asinelli – già ghibellina, poi guelfa – negli stessi anni della Garisenda: 1109 e 1119.

La salita alla Torre degli Asinelli: ingresso, orari e prezzi

Se non vi dispiace salire i suoi 498 gradini di legno, potete raggiungere la cima della Torre degli Asinelli. La vista a 360º da qui è la migliore di Bologna: dai tetti rossi del centro storico al santuario di San Luca.  Il prezzo del biglietto intero è di 5 euro e quello ridotto – per bambini sotto i 12 anni, over 65 e studenti universitari – è di 3 euro. È necessario prenotare in anticipo. È possibile farlo presso l’ufficio turistico di Piazza Maggiore.

Curiosità sulla Torre degli Asinelli

I quasi mille anni di storia della Torre degli Asinelli offrono molte curiosità. Eccone alcune.

  • È chiaro a tutti gli studenti dell’Università di Bologna: non possono salire sulla Torre degli Asinelli prima della laurea. Secondo la tradizione, se lo fanno, non si laureranno mai.
  • In cima alla torre ci sarebbe un vetro rotto, ma non l’abbiamo visto. Dovrebbe simboleggiare la capacità della città di risolvere i conflitti.
  • Asinelli significa “asini” in italiano. La torre prende il nome dalla famiglia che l’ha fatta erigere. Ma, secondo una leggenda, ha a che fare con i due asini che aiutarono il suo proprietario, un contadino, a scoprire un tesoro. Il tesoro gli permise di costruire la torre e di impressionare così i suoi futuri suoceri, di famiglia nobile, che accettarono il matrimonio dei loro figli il cui amore sembrava impossibile a causa della differenza di status.
  • La torre era il patibolo per gli ecclesiastici condannati a morte. Dal XV secolo venivano rinchiusi in una gabbia di ferro appesa alla torre e lasciati all’aperto fino alla morte del condannato.
  • Era anche una prigione: nel basamento che circonda la torre, costruita nel 1488, c’era una cella in cui venivano rinchiusi i colpevoli di eccessivo rumore notturno – l’Università è vicina, quindi ci sarebbe stato qualche studente… -.
  • Nel 1513, per celebrare l’elezione di Papa Leone X, fu sparata una palla di cannone. Con una tale sfortuna da colpire la torre degli Asinelli.
  • Nel 1790 lo scienziato Giovanni Battista Guglielmini, grazie a un esperimento condotto sulla torre lanciando sfere di piombo dalla cima e misurandone la deflessione, dimostrò, 61 anni prima di Foucault, la rotazione terrestre.
  • È stata colpita molte volte da fulmini: solo dal 1824 ha un parafulmine. Fino ad allora, né la gabbia di legno del 1706 né il San Michele Arcangelo del 1724 erano riusciti a fermare i fulmini come previsto.
  • Doveva avere un ascensore… beh, c’erano tre progetti che non sono mai stati realizzati. L’attuale scala in legno risale al 1684.
  • Durante la Seconda Guerra Mondiale, Bologna fu bombardata più volte. A quanto pare, c’erano scommesse tra gli aviatori su chi avrebbe abbattuto la torre. Fortunatamente, nessuno ha vinto.

Altre torri medievali a Bologna

Come abbiamo detto all’inizio, oltre alle torri degli Asinelli e della Garisenda, a Bologna sono rimaste in piedi altre venticinque torri. Le due più alte, dopo gli Asinelli, sono la torre Azzoguidi di 61 metri – l’unica perfettamente verticale – e la torre Prendiparte o Coronata di 60 metri – che, tra l’altro, è anche un Bed & Breakfast. Entrambi, inoltre, sembrano essere state originariamente più alte. Tra queste, un nome potrebbe attirare la vostra attenzione: la torre Catalani. No, questa casa-torre non ha nulla a che vedere con la Catalogna: fu costruita nel XIII secolo dalla famiglia Malavolti, poi ribattezzata Catalani dal nome di uno dei suoi membri più eminenti, un certo Catalano. Tra l’altro, due delle torri superstiti si trovano in piazza Maggiore, la piazza principale di Bologna. Sono la torre dell’Arengo, parte del Palazzo del Podestà – dove si trova l’ufficio turistico, di fronte alla Basilica di San Petronio – e la torre Accursi, parte del Palazzo d’Accursio, sede del Comune. Quest’ultima, chiamata anche torre dell’orologio, può essere scalata. È alta “solo” 48 metri, quindi la vista non è così bella come quella della torre degli Asinelli, ma non è nemmeno male. Si può prenotare presso l’ufficio turistico e il prezzo è di 8 euro – 5 euro per il prezzo ridotto -.

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