Grottaminarda

Grottaminarda è un piccolo comune della provincia di Avellino, in Italia, con una popolazione di circa 8.000 abitanti. Essendo nell’entroterra, Grottaminarda è caratterizzata da un clima temperato in cui estati miti si alternano a inverni freddi. Il territorio comunale è compreso nel distretto sismico dell’Irpinia. Il paese è stato infatti pesantemente danneggiato dai terremoti dell’Irpinia del 1694, del 1732 (il cui epicentro era molto vicino a Grottaminarda), e poi ancora del 1980. In epoca romana questo territorio ricadeva sotto la giurisdizione della vicina colonia di Aeclanum (Passo di Mirabella) ed era costellato dalla presenza di ville ben organizzate, come testimoniano i numerosi frammenti ceramici di uso comune, elementi architettonici in marmo e calcare locale (colonne, cornici, capitelli, blocchi squadrati), monete e iscrizioni funerarie, avvenuti nelle località di Sant’Andrea di Carpignano, Bosco, Versura, Ruvitiello e nei pressi del fiume Ufita. La città, con il nome di Grottaminarda, secondo la testimonianza di Scipione Ammirato, compare però solo a partire dal 1229.

10 cose da fare a Grottaminarda

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1. Castello medievale di Aquino

Il principale monumento della città è il castello medievale di Aquino, più volte danneggiato dai terremoti, che tuttavia riuscì a svolgere il suo ruolo difensivo fino alle guerre del XVI secolo. Una torre cilindrica, alta circa 14 metri e con un diametro di 12 metri, e una torre quadrata, di cui rimane la base, sono visibili agli angoli del lato del forte rivolto a ovest, in posizione dominante. In seguito ai terremoti del settembre 1694 e del novembre 1732, l’edificio quasi trapezoidale fu trasformato in una casa signorile. Dal 1988 è di proprietà del Comune. Per alcuni anni, fino al 2008, la struttura ha ospitato la sede locale del Centro di sismologia e ingegneria sismica. Dal 2009, una parte del castello ospita un museo e la biblioteca comunale.

2. Museo Antiquarium di Grottaminarda

Di particolare interesse è il Museo Antiquarium Comunale di Grottaminarda, annesso alla Biblioteca Comunale, situato all’interno del Castello di Aquino. L’Antiquarium, con i suoi reperti, testimonia la presenza dell’uomo in quest’area fin dal Neolitico, cioè dal V millennio a.C. fino all’epoca romana. I vasi in ceramica del Neolitico finale, le due asce che rappresentano l’industria litica dell’Età del Rame, i pesi, un unguentario, un vaso a figure rosse e una serie di manufatti votivi spiccano per la loro notevole fattura e testimoniano l’Età del Bronzo e del Ferro. A rappresentare l’epoca romana non sono solo numerose creazioni ceramiche, ma anche frammenti di marmo e un ritratto maschile che probabilmente rappresenta la figura di Ottaviano Augusto. Inoltre, di grande importanza e valore storico, vanno ricordate le circa 200 monete che vanno dall’epoca romana repubblicana a quella medievale. Ma nel Museo è possibile cogliere anche i segni dell’età contemporanea, attraverso fotografie, documenti storici, politici e sociali che rappresentano questa comunità.

3. Dogana Aragonese

Un altro monumento di interesse è la Dogana Aragonese, costruita nel 1467 come punto di raccolta dei diritti feudali di transumanza dal nobile Ladislao d’Aquino lungo quella che sarebbe poi diventata la frequentatissima strada nazionale pugliese. Ampliata nel 1774 e successivamente utilizzata come ufficio postale oltre che per il cambio dei cavalli e il ristoro dei passeggeri, la dogana è stata dichiarata monumento nazionale nel 1930.

4. Fontana del Re

La Fontana del Re fu costruita nel 1606 lungo la strada reale di Puglia su progetto di Scipione Galluccio e Andrea Insano; fu poi restaurata nella prima metà del XVIII secolo. Realizzata con blocchi di calcare bianco, la fontana, in stile barocco, presenta ai lati due obelischi tronco-piramidali. Sulla fontana è scolpito in rilievo lo stemma dei Borbone. La Fontana Civile, invece, fu costruita nel 1875 su progetto dell’ingegnere Raffaele D’Agostino; si caratterizza per la sua forma a coppa ovale.

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5. Chiesa di Santa Maria Maggiore

A pochi metri dal Castello di Aquino si trova la chiesa di Santa Maria Maggiore, costruita nel 1478 ma completamente ricostruita nella seconda metà del Settecento su progetto dell’architetto Ciriaco di Silva, allievo del Vaccaro, dopo che l’edificio religioso era stato demolito in seguito ai danni provocati dal disastroso terremoto del 1732. Ha una struttura a croce latina, con navata centrale e cappelle laterali in stile barocco. Le decorazioni in stucco delle pareti e delle volte, in stile barocco, sono opera degli artisti napoletani Nicola Massaro e Gaetano Amoroso, che nel 1761 realizzarono anche l’altare maggiore intagliando numerosi marmi policromi. Nella chiesa sono presenti dipinti del XVIII secolo, tra cui un olio su tela raffigurante San Tommaso e San Giacomo (ex protettore della città), attribuito al pittore napoletano Antonio Sarnelli, e un affresco sul soffitto del 1768 raffigurante la glorificazione dell’Assunta, opera del pittore Matteo Vigilante. Sempre all’interno della chiesa, oltre all’artistico battistero settecentesco in marmo con porta d’argento, opera di Pasquale d’Agostino, si trovano ostensori in argento della metà del XVIII secolo, un calice in oro massiccio di scuola napoletana del 1833, altari minori in marmo policromo e un monumentale organo a canne del 1779 realizzato dall’artigiano Michele Vigilante. Accanto alla chiesa si trova il campanile, costruito tra il 1712 e il 1766 da Ciriaco di Silva, su disegno del Vanvitelli. Ha una base quadrata e misura 36 metri di altezza. Dal 1871 vi è collocato l’orologio civico.

6. Chiesa di San Michele

Un’altra chiesa è quella di San Michele, costruita nel 1541 su un’antica cappella dedicata all’Arcangelo situata all’interno di una grotta. La chiesa è già citata in un documento del 1178. Ricostruita nel 1541, dopo le demolizioni effettuate in seguito al terremoto che colpì la città nel 1512, l’edificio fu abbandonato in seguito ai nuovi crolli causati dal terremoto del 1732 e restaurato solo qualche decennio dopo. Dell’antica struttura ecclesiastica pre-settecentesca rimane solo il campanile costruito nel X secolo e ampliato nell’XI-XII secolo. L’interno della chiesa è a navata unica, mentre lungo le pareti si trovano una serie di nicchie in cui sono disposti il fonte battesimale, i confessionali in legno e gli altari in marmo. Stucchi a rilievo con motivi in stile barocco creano all’interno notevoli effetti decorativi: preziosa la statua lignea settecentesca raffigurante San Michele che uccide il diavolo. Interessanti anche il coro ligneo e un antico organo, alcuni dipinti murali e tele a soggetto sacro.

7. Chiesa di San Tommaso d’Aquino

A pochi metri dalla chiesa di San Michele si trova la chiesa di San Tommaso d’Aquino, costruita nel 1636 dall’omonimo Congrega su una precedente cappella del 1528. Il terremoto del 1980 danneggiò pesantemente l’antica chiesa, che fu ricostruita negli anni Novanta. All’interno conserva una “Pietà” lignea a grandezza naturale della prima metà del XVI secolo e un busto in ottone e argento raffigurante San Tommaso d’Aquino. Attestata nel XVI secolo, la Chiesa di Santa Maria del Rosario, dopo il terremoto del 1980, è stata completamente ricostruita. È stata consacrata nel 2000. Nei locali adiacenti alla chiesa è allestita una mostra permanente sulle congregazioni religiose di Grottaminarda.

8. Santuario della Madonna di Carpignano

Infine, a 5 km da Grottaminarda, nella frazione di Carpignano, si trova il santuario della Madonna di Carpignano. La chiesa, costruita agli inizi del Novecento sul luogo di un’antica cappella dell’Ordine Teutonico, è stata quasi interamente ricostruita dopo il terremoto del 1980. Oggi il santuario presenta una semplice facciata con un portale in pietra e una nicchia superiore con un’immagine della Madonna. A fianco si trova il campanile, su cinque livelli, con grandi finestre e orologio civico. All’interno della chiesa si trova una tavola raffigurante la Madonna con il Bambino. Secondo la leggenda, questo dipinto fu trovato da alcuni pastori nel 1150, nella cavità di un grande albero. Alla chiesa è annesso il moderno Convento dei Padri Mercedari, il cui impianto originario risale al 1901.

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9. Grottaminarda Festival ed eventi

Per quanto riguarda le festività, l’8 dicembre si tiene a Grottaminarda l’importante Fiera dell’Immacolata. Ma l’evento che nella seconda metà di agosto richiama la maggior parte della popolazione del quartiere è la cosiddetta “Festone” (Festa grande), che si tiene dal 1889 in onore di San Tommaso, San Antonio e San Rocco, le cui statue, portate in processione per il paese, indossano vesti riccamente adornate di gioielli d’oro, donati nel corso degli anni dai numerosi fedeli che per tre giorni affollano sempre le strade del paese. Tra le altre feste locali, sempre a sfondo religioso, vi sono quelle in onore di San Antonio “Piccirillo”, di San Michele Arcangelo (29 settembre), di Santa Lucia (13 dicembre) e di Padre Pio da Pietralcina. Infine, la prima domenica di settembre è dedicata ogni anno alla venerazione della Madonna di Carpignano, nell’omonima frazione.

10. Cosa mangiare a Grottaminarda

Infine, ricordiamo i piatti tipici di Grottaminarda, tra cui la “ciambottella”, peperoni piccanti con pomodoro, o i “cicatielli col pulieio” (un’erba aromatica spontanea tipica della terra d’Irpinia, conosciuta già in epoca romana). Sono noti anche i modi di cucinare il baccalà, l’unico tipo di pesce che in passato era possibile trovare nell’entroterra data la possibilità di conservarlo in salamoia; ricordiamo il “baccalà alla pertecaregna”, cosiddetto perché veniva portato dalle donne di casa ai braccianti che aravano la terra, o il “baccalà a ciambottella”, cucinato nel sugo con i peperoni. Per quanto riguarda la produzione di vino, si nota una prevalenza di vitigni di Aglianico.

Di Barbaro Antonietta

Amo tanto viaggiare, per questo ho deciso di parlare delle mie esperienze e di condividerle qui con voi. Amo tanto, ma proprio tanto il sole, il mare e i cani. Se vi piacciono i miei articoli me lo lasciate un messaggino?

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